Il programma a UJ18 del 18 luglio | Umbria Jazz
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Il programma a UJ18 del 18 luglio

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Il programma a UJ18 del 18 luglio


Alle 12 alla Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria

DANIELE DI BONAVENTURA BAND’UNION

La Band’Uniòn di Daniele di Bonaventura, pianista, bandoneonista e compositore,  è nata per dare risposta all’ esigenza di rileggere una letteratura musicale più legata alle proprie origini.

E’ attorno al bisogno di musica, alla necessità dell’espressione, che ruota il lavoro del quartetto, sia esso jazz, tango, musica contemporanea o libera improvvisazione.

La Band’Uniòn, originale nel suono per l’accostamento degli strumenti, cattura fin dal primo ascolto con l’intensità del suo lirismo limpido ed essenziale, con le soffuse e struggenti melodie latine ed i tappeti sonori di semplice purezza.

Un quartetto, che, pur nel suo essere una proposta di confine, all’incrocio tra etno e jazz, tra tango e improvvisazione, “arriva” all’ascoltatore e comunica emozione, lontano da ogni arido manierismo e intellettualistico sperimentalismo. Riusciti documenti di questa suggestiva esperienza musicale sono i cd Canto della Terra e Nadir, quest’ultimo pubblicato dalla Tuk Music di Paolo Fresu, con cui di Bonaventura ha una assidua partnership artistica.

Da poco è uscito l’ultimo disco di Band’Union, Garofani rossi, “musiche della Resistenza e delle rivoluzioni”.


Alle 17 al Teatro Morlacchi

IGOR BUTMAN & THE MOSCOW JAZZ ORCHESTRA 

Igor Butman è oggi la personalità più influente della scena del jazz in Russia. Sassofonista, band leader sia di piccole formazioni che di orchestre, direttore artistico, editore musicale ma, forse soprattutto, attivissimo ambasciatore del jazz nel suo paese. Butman e’ nato nel 1961 a San Pietroburgo (ma allora si chiamava Leningrado) ed ha studiato in istituzioni musicali prestigiose (il College intitolato a Rimsky-Korsakov) il clarinetto classico, per poi passare al sassofono jazz.

Suoi ammiratori, fin dalla prima fase della carriera, sono stati parecchi star del jazz americano, tra cui Grover Washington e Wynton Marsalis, che lo sponsorizzarono per facilitarne l’affermazione nella scena del jazz che conta. La stagione 2003 del Lincoln Center fu aperta dalle big band dirette dal sassofonista russo e dal trombettista di New Orleans. “Amo il modo di suonare di Butman  – disse allora Wynton – e mi piace lui come persona. Ha un grande feeling per la musica e per la gente. È un musicista fenomenale”.

Al 1999 risale la Fondazione della sua big band, che dopo alcuni anni (2012) divento’ la Moscow State Jazz Orchestra condotta da Igor Butman. Nel 2000 Igor suono’ con il suo quartetto al Cremlino davanti a Bill Clinton e Vladimir Putin.

Con la big band c’è un’altra star del jazz russo, Oleg Akkuratov, straordinario pianista e vocalista che a soli sei anni fu ammesso per il suo talento a frequentare il Moscow Jazz College. Oleg ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali, sia come pianista classico che Jazz. Fa anche parte dell’International Choir dell’Unesco.


Alle 21 Arena Santa Giuliana

BENJAMIN CLEMENTINE

Benjamin Clementine è tra i protagonistidi primo piano della nuova scena musicale internazionale. Certamente, uno degli artisti più originali imprevedibili e carismatici della sua generazione, che bada alla sostanza e non ama gli effetti speciali.

Cantante dalla voce tenorile di grande espressività, pianista e multistrumentista, songwriter e poeta, Clementine (30 anni) con due soli album in studio ed una manciata di EP e singoli si è ritagliato un posto importante nella attuale musica d’autore.

Nato nel sud di Londra (la famiglia è originaria del Ghana) si trasferisce da solo a Parigi dove comincia a esibirsi come artista di strada e a suonare anche in bar e club. Nello stesso tempo approfondisce la conoscenza dei grandi cantautori, ma anche dei compositori classici francesi, da Leo Ferre’ e Jacques Brel a  Erik Satie e Debussy. Letteratura (soprattutto William Blake) e filosofia sono gli altri interessi che coltiva, sempre come autodidatta. Scoperto da un agente, comincia il suo percorso di artista professionista. Il primo EP esce nel 2013, e lo stesso anno il giovane londinese è protagonista di un clamoroso debuttoalla BBC. La sua reputazione, come scrisse allora The Guardian, già va oltre la fin qui piccola produzione.

Due anni dopo viene pubblicato il primo album, At Least for Now, che ottiene un clamoroso ed imprevedibile successo (Top 10 di iTunes in Italia, Olanda, Svizzera, Belgio, Lussemburgo Polonia e Grecia. Numero 1 della classifica in Francia). Per questo disco Clementine vince il prestigioso Mercury Prize, che dedica alle vittime del Bataclan. È come se Nina Simone cantasse il songbook di LeonardCohen, si scrisse di questo album.

Dell’anno scorso è il secondo album, I Tell a Fly. Nello stesso tempo collabora con Damon Albarn e partecipa alla realizzazione di Humanz, quinto album in studio di Gorillaz. Un artista raro, imprevedibile, senza fronzoli.

Così si descrive questo giovane artista già personaggio di culto:

“I am an expressionist; I sing what I say, I say what I feel and I feel what I play by honesty and none other but honesty”.

SOMI

New African Jazz, potrebbe definirsi così la musica di Somi, che getta un ponte tra le radici africane e la scena jazz e soul americana. Nata nell’illinois da genitori originari di Uganda e Rwanda, vissuta tra New York, Lagos e lo Zambia, studi in antropologia ed un master alla Tisch School of the Arts presso la New York University, Somi è stata vista come una Miriam Makeba dei nostri giorni (non a caso: Somi sta lavorando ad una jazz opera dedicata alla grande cantante e attivista sudafricana) e artisticamente è stata accostata anche a Dianne Reeves, Nina Simone e Dee Dee Bridgewater.

Il debutto discografico di Somi fu nel 2003 con Eternal Motive, e l’anno scorso è uscito il quinto album in studio, Petite Afrique, il cui tema è l’esperienza dell’immigrazione negli Stati Uniti. Il disco ha vinto il 2018 NAACP Image Award come “Outstanding Jazz Album”.

Nel songbook di questa giovane cantante e songwriter si trovano le molteplici ispirazioni che provengono da mondi tanto diversi come Africa e America, legate tra loro da intensità espressiva e da una vocalità duttile ed estremamente naturale.

Somi ha anche fondato New Africa Live, una organizzazione non-profit dedicata a celebrare i migliori artisti africani contemporanei attivi nei campi della performance, arti visuali, letteratura. Per il suo impegno sul tema dei diritti civili è stata invitata a esibirsi all’assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale del ricordo delle vittime della schiavitù, e poi alla Carnegie Hall per la celebrazione del ventesimo anniversario della democrazia del Sud Africa.

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