Dove eravamo rimasti? Umbria Jazz riaccende luci e amplificatori con la voglia di tornare ad essere la colonna sonora della vita normale. Dell’Umbria e dell’Italia.
Anche per questo abbiamo voluto, in omaggio all’anniversario dantesco, inserire nel manifesto ufficiale di Lorenzo Fonda (è il secondo manifesto del Maestro Fonda, dopo quello per UJ88) i versi del Paradiso, Canto XI, che Dante dedica all’Umbria. Con i versi di Dante vogliamo celebrare il Paese della cultura, dell’arte e della storia. Ed è il modo migliore per ripartire da dove eravamo rimasti.
È stato un anno duro, il 2020, e per noi è stato anche un anno senza Festival, come era accaduto solo nel 1977 e negli anni 1979-1981. Finalmente si ricomincia, con lo stesso entusiasmo di sempre. Anzi, maggiore. Non è ancora l’Umbria Jazz di sempre: non ci saranno i concerti in Galleria, quelli gratuiti e le Clinics del Berklee, per i quali si rimanda al 2022. Per queste ultime è in programma un evento celebrativo online il 9 luglio, come introduzione alla prossima edizione, la trentacinquesima con il College di Boston.
Tutto quello che però si può fare adesso è stato fatto, con una formula che comunque prevede cinquantadue eventi in dieci giorni e tre degli spazi tradizionali della manifestazione: uno all’aperto, l’Arena Santa Giuliana, e due al chiuso, il Teatro Morlacchi e la sala dell’Hotel Brufani. Perugia torna a mostrare il suo volto migliore, quello della musica e della socialità. In definitiva, il volto della festa.
Tra i musicisti ricordiamo: Wynton Marsalis, Stefano Bollani, Cécile McLorin Salvant con Sullivan Fortner, Brad Mehldau, Branford Marsalis, Paolo Fresu, Angélique Kidjo, Billy Hart, Fred Hersch, Enrico Rava.
Opera del manifesto di Lorenzo Fonda