Cecil Taylor è uno dei grandi nomi del jazz d’avanguardia. Pianista estremo, stilista estroso, capace di scorribande muscolari, irrispettose di ogni regola.
Torma a Umbria Jazz dopo ventiquattro anni e lo fa riproponendo senza alcuna tentazione revisionista (molti suoi colleghi di prima linea sulla strada della ricerca hanno avuto ripensamenti), ma esibendo sfacciatamente la forza del suo free jazz con la compagnia singolare di un vibrafonista assai personale, Joe Locke.
C’è un altro grande pianista a riempire il cartellone di Orvieto, è un maestro del jazz francese, grandissimo virtuoso della tastiera, strumentista di raro rigore come Martial Solal che si ritrova da solo e in compagnia del collega e altra figura di riferimento del jazz francese Michel Portal.
Ci sono Don Byron, David Sanchez e i Doctor 3 con Danilo Rea, altra figura in robusta crescita dell’arrembante jazz nazionale che negli anni a venire acquisterà sempre più spazio a UJW.