Brad Mehldau e Branford Marsalis a UJ21 | Umbria Jazz
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Brad Mehldau e Branford Marsalis a UJ21

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Grande jazz a UJ21 con Brad Mehldau e Branford Marsalis all’Arena Santa Giuliana.

Per Umbria Jazz il ritorno di Brad Mehldau è sempre un avvenimento perché il pubblico del festival fin dall’esordio del suo trio nel 1997, con un leggendario ciclo di concerti in una piccola sala, ha dimostrato di avere un debole per questo pianista dalla straordinaria vena poetica. In realtà Mehldau aveva già suonato al festival qualche anno prima con il quartetto di Joshua Redman, protagonista di una memorabile notte a San Francesco al Prato (1994) e della prima edizione di Umbria Jazz Winter nel 1993.

Uno dei non moltissimi musicisti, Mehldau, che riportano all’essenza ed al senso stesso della musica, cioè produrre emozioni. Nessuna maestria strumentale, nessun virtuosismo possono sostituire quella capacità di muovere i sentimenti che è propria della grande musica. Molto più che suonare note.

Il classico trio resta la formula identitaria di Brad Mehldau, quella che, anche secondo i suoi fans, ne descrive in modo ideale la mission artistica.

Sono passati quarant’anni da quando Branford Marsalis conquistò la ribalta come uno dei giovani leoni del jazz. Originario di New Orleans, discendente da una vera e propria dinastia musicale, figlio e fratello di jazzmen, Branford ha avuto modo di suonare agli inizi di carriera con Clark Terry, Art Blakey e suo fratello Wynton, collaborando in seguito anche con Dizzy Gillespie, Miles Davis, Sonny Rollins, Herbie Hancock, Harry Connick, Jr. e Kurt Elling.

Talento curioso e multiforme, ha spesso oltrepassato i paletti del jazz per sconfinare nella musica classica e nell’universo rock (la straordinaria partnership con Sting e con i Grateful Dead) riuscendo in ogni caso a conservare assoluta integrità artistica e coerenza.

Il quartetto resta lo strumento privilegiato per mezzo del quale Branford Marsalis può esprimere ai massimi livelli la sua creatività e la sua idea di musica.

 

Al teatro Morlacchi un’orchestra il cui nome già spiega molto. “Tower”, perché l’orchestra, nata nel 2016, è la big band residente del Jazz Club Ferrara, la cui sede è un bastione delle mura rinascimentali della città che si chiama Torrione San Giovanni. Jazz Composers Orchestra, perché il suo repertorio prevede composizioni ed arrangiamenti originali dei suoi componenti, il che significa sottolineare il ruolo ed il valore della scrittura in ambito jazz. Il riferimento storico cui inevitabilmente si pensa è la famosa Jazz Composers Orchestra fondata da Carla Bley e Mike Mantler e rimasta attiva per il decennio tra la metà dei ‘60 e dei ‘70. L’organico ampio che rende agevole il turnover dei musicisti, si è formato come sviluppo di precedenti progetti didattici.

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