Per Gregory Porter tornare a Umbria Jazz è sempre un fatto speciale perché il festival umbro è stato tra i primi a riconoscere il talento del cantante californiano. Il suo esordio fu a Umbria Jazz Winter #20 come resident artist per l’intera manifestazione. Porter era stato preceduto dagli apprezzamenti della critica americana che lo aveva definito il più sensazionale cantante jazz, soul, blues emerso negli ultimi anni. A partire dal primo disco, “Water”, che fu un clamoroso successo, Gregory Porter si è guadagnato otto nomination e due vittorie ai Grammy. Negli ultimi anni è stato più volte a Perugia, in una occasione come ospite vocale della Lincoln Jazz Orchestra diretta da Wynton Marsalis. Un’altra partecipazione fu con il progetto/tributo a Nat King Cole (il grande crooner è stato uno dei primi ispiratori di Porter, complici i dischi che la madre gli faceva ascoltare da piccolo) con la Umbria Jazz Orchestra diretta da Vince Mendoza. Porter cita anche tra i suoi ispiratori il Bakersfield Southern Gospel, il coro di musica religiosa della città in cui è cresciuto.
Voce potente e melodica, le sue radici sono ben piantate nelle migliori tradizioni del jazz e della musica black, del gospel in particolare. L’esordio discografico fu nel 2010 dopo che si era trasferito a New York e tre anni dopo firmò con la Blue Note per la quale incise “Liquid Spirit” che vinse il primo Grammy e ne fece una star. Allora per NPR era nato “America’s Next Great Jazz Singer.”