Per oltre un decennio, Sullivan Fortner ha ampliato il suo talento profondamente radicato sia come pianista che compositore, bandleader e solista senza compromessi. L’artista e insegnante vincitore di un GRAMMY, originario di New Orleans, ha ricevuto riconoscimenti internazionali sia come musicista che come produttore per il suo lavoro in The Window, al fianco di Cécile McLorin Salvant, e ha ottenuto una nomination ai GRAMMY 2023 per il suo provocatorio arrangiamento di Optimistic Voices/No Love Dying, tratto dall’album Ghost Song del 2022.
Come leader solista, ha pubblicato Aria (2015), Moments Preserved (2018) e Solo Game (2024), tutti acclamati dalla critica, con quest’ultimo che ha ricevuto recensioni a quattro stelle su DownBeat e sulla rivista francese Télérama. A febbraio 2025 è uscito il suo album Southern Nights, con la partecipazione di Peter Washington e Marcus Gilmore.
Vincitore del DownBeat Critics Poll 2024 come Rising Star Jazz Group con il Sullivan Fortner Trio, l’artista prolifico ha collaborato con Wynton Marsalis, Paul Simon, Dianne Reeves, Etienne Charles e John Scofield; tra i suoi collaboratori più frequenti e di lunga data figurano Ambrose Akinmusire (a Umbria Jazz 2025 il 18 luglio), Dee Dee Bridgewater, Stefon Harris, Kassa Overall, Tivon Pennicott, Peter Bernstein, Nicholas Payton, Billy Hart, Gary Bartz, Chief Adjuah e il compianto Roy Hargrove.
Che suoni da solo o diriga un’orchestra, Fortner esplora l’armonia e il ritmo con curiosità e chiarezza. Cresciuto a New Orleans, ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 7 anni, conseguendo il Bachelor of Music presso l’Oberlin Conservatory e il Master of Music in Jazz Performance presso la Manhattan School of Music (MSM). Appassionato di mentorship, ha tenuto masterclass presso la MSM, il New Orleans Center for Creative Arts (NOCCA), la Purdue University, il Lafayette Summer Music Workshop, la Belmont University e l’Oberlin Conservatory, dove ha ricoperto il ruolo di docente prima di tornarvi come visiting professor di pianoforte jazz.
Improvvisatore molto richiesto, Fortner si è esibito in prestigiosi locali come Snug Harbor, Sweet Lorraine’s e The Jazz Playhouse a New Orleans, oltre che al Jazz at Lincoln Center, Jazz Standard e Smalls Jazz Club a New York. Ha partecipato a festival come Newport, Monterey, Discover, Tri-C e Gillmore Keyboard Jazz Festival. Nel 2019, ha portato la sua band al leggendario Village Vanguard per una settimana di concerti, esperienza che ha ripetuto nel 2020 con una performance virtuale durante il lockdown. Tra le sue collaborazioni in studio più importanti figurano Kaiso di Etienne Charles (Culture Shock, 2011), Quantum Leap di Donald Harrison (FOMP, 2010) e The Fundamentals di Theo Croker (Left Sided Music, 2007).
L’arte di Fortner preserva la tradizione e allo stesso tempo evolve il suono. Cerca connessioni tra diversi stili musicali, creando un linguaggio allo stesso tempo profondamente emozionale e incredibilmente innovativo. Le sue opere e le sue idee sono state presentate in testate di riferimento come The New York Times e The Root. Tra i suoi numerosi riconoscimenti figurano il Cole Porter Fellowship 2015 assegnato dall’American Pianists Association, la Leonore Annenberg Arts Fellowship, il Lincoln Center Award for Emerging Artists nel 2016, il prestigioso Shifting Foundation Grant nel 2020 per lo sviluppo della carriera artistica e il Western Jazz Presenters Grant nel 2024, che gli ha permesso di portare il suo trio in tour lungo la West Coast.
Sullivan Fortner Trio
Sullivan Fortner, pianoforte
Tyrone Allen, contrabbasso
Kayvon Gordon, batteria