“Una musica riflessiva e travolgente”, l’ha definita Claudio Sessa recensendo sul Corriere delle Sera il suo ultimo disco.
Ma già l’esordio da leader per la Blue Note di Immanuel Wilkins fu salutato come un vero evento. In molti lo ritennero un lavoro sofisticato e maturo. Per JazzTimes, “Omega” (questo il titolo dell’album) fu il più importante debutto discografico di jazz da anni. New York Times lo mise in testa alla lista dei migliori album del 2020. Il secondo disco, ancora per Blue Note, è uscito nel gennaio 2022 e consiste in una complessa suite in sette movimenti che testimonia il valore del compositore Wilkins, non solo del sassofonista dal suono caldo che sa molto di gospel. Il terzo disco, “Blues Blood”, ci consegna un leader dalla grande personalità e capace di portare la sua musica in una dimensione spirituale e perfino estatica.
Originario di Philadelphia e poi trasferitosi a New York, dove è entrato a far parte del giro del jazz più importante, Wilkins ha avuto mentori come Jason Moran, Ambrose Akinmusire e Joel Ross costruendosi passo dopo passo la reputazione di uno dei musicisti di punta della giovane generazione dei jazzmen americani. Il suo quartetto è una delle più belle band del momento. Tra le principali collaborazioni, anche quelle con Wynton Marsalis, Gerald Clayton e la recente formazione della Captain Black Big Band diretta da Orrin Evans.