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Ambrose Akinmusire “Honey from a Winter Stone”

Prima di dedicargli la copertina del numero di maggio 2024, Downbeat aveva recensito, con cinque stelle, il penultimo disco di Ambrose Akinmusire, “Owl Song”, album del debutto per Nonesuch dopo una manciata di pregevoli Blue Note.

Questo – scrisse la rivista – è uno dei più interessanti album venuti fuori in un lasso di tempo molto lungo da uno dei più interessanti artisti del nostro tempo. “Honey from a Winter Stone”, ultima uscita discografica, si basa su una architettura compositiva più complessa e su un organico più vasto di cui fanno parte anche archi, voci ed elettronica, a conferma di un talento multiforme. La musica per lui è una sorta di autoritratto, mossa dalle paure e dai conflitti che un nero subisce e affronta quotidianamente. Di certo, non è un sistema chiuso, astratto, fuori dal contesto sociale ed esistenziale.

Cresciuto in California, Ambrose Akinmusire ha sviluppato in fretta il suo talento. Steve Coleman si accorse di lui ancora studente della high school e a 19 anni Ambrose era già in tour con i Five Elements.

Tra i suoi primi sostenitori figurano Wayne Shorter ed Herbie Hancock, e Ambrose è adesso il direttore artistico dell’Hancock Institute. Il suo debutto per la Blue Note, nel 2010, non passò certo inosservato, e il Los Angeles Times scrisse che, più che una Rising Star, Akinmusire sembrava uno che era già all’apice e aspettava solo di essere scoperto.

Del resto, già tre anni prima Akinmusire aveva vinto il Thelonious Monk International Jazz Competition e il Carmine Caruso International Jazz Trumpet Solo Competition, imponendosi come uno dei più vitali trombettisti della sua generazione. Nel 2011 il referendum della critica di DownBeat lo votò come Rising Star Jazz Artist e Rising Star Trumpet, e l’anno successivo Trumpet Player of the Year.

Non solo jazz nel senso più ortodosso del termine, comunque. Nelle corde di Akinmusire si trovano anche matrice classica e hip hop, entrambi favoriti da quello che è stato definito un approccio “non ortodosso” al suono e alla composizione. Molte istituzioni culturali e società concertistiche, tra le quali il Kennedy Center, il Berlin Jazz Festival e Monterey Jazz, gli hanno commissionato lavori che aprono ad una visione totale e più complessa della musica.

In ogni caso Akinmusire sembra motivato principalmente dal valore spirituale dell’arte, oltre i paletti della tecnica e della mera erudizione. Nei suoi lavori, è stato scritto, aspira a creare “richly textured emotional landscapes that tell the stories of the community, record the time, and change the standard”. In questo percorso invenzione e innovazione della cultura black scorrono parallele con l’onorare la tradizione senza esserne soffocato.

Orari
  • Apertura botteghino: ore 16:00
  • Apertura porte: ore 16:30
  • Inizio concerto: ore 17:00
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