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Charles Lloyd Sky Quartet feat. Jason Moran, Larry Grenadier, Eric Harland

Charles Lloyd Sky Quartet
feat. Jason Moran, Larry Grenadier, Eric Harland

Charles Lloyd è stato nominato “Jazz Master” dal National Endowment for the Arts. È il più alto onore che gli Stati Uniti possano tributare ad un musicista jazz. Dietro questo riconoscimento c’è una storia che fa di Charles Lloyd una leggenda della musica del mondo, non solo del jazz.

Prima di dare il via alla carriera da leader, Lloyd ha fatto una lunga gavetta nella sua città, Memphis. Tra gli ingaggi più importanti c’è certamente quello con Chico Hamilton, batterista di area californiana che sperimentava suoni inusuali per l’epoca e guardava oltre la tradizione occidentale. “Man from two worlds”, dei primi anni ‘60, rende bene, a partire dal titolo, il senso di quella musica. Lloyd vi si trova pienamente a suo agio e contribuisce anche come compositore.

Il grande successo arriva nella seconda metà degli anni ‘60 con “Dream Weaver”, il primo disco, in studio, del nuovo quartetto con Keith Jarrett, Jack DeJohnette e Cecil McBee. “Forest Flower” e “The Flowering” sono dal vivo, registrati rispettivamente al festival di Monterey e in Europa. Soprattutto dai dischi live si sprigiona una straordinaria energia creativa. In questo periodo Lloyd approfondisce il suo interesse per i suoni dell’est del mondo (la world music la suonava quando questo termine nemmeno esisteva) e verifica anche una sintonia con le rock band della West Coast come Beach Boys, Canned Heart, The Doors, Grateful Dead.

Dopo una lunga parentesi di riflessione (sarebbe meglio dire, di meditazione) negli anni ‘80 Lloyd ricomincia a fare dei tour anche in Europa e per documentarli esce un disco registrato per la Blue Note dal vivo a Copenhagen. Il pianista è Michel Petrucciani. Ascoltandolo ci si chiede perché un patrimonio del jazz come Charles Lloyd fosse stato assente per tanto tempo dalle scene.

Manfred Eicher lo fa incidere per la ECM a partire dalla fine degli anni ‘80 ed è difficile scegliere i titoli più rappresentativi in un catalogo di straordinaria qualità.

Infine, ed è cronaca recente, “Wild Man Dance” segna dopo trent’anni il ritorno di Lloyd alla Blue Note. Altri cinque dischi per la stessa etichetta sono a nome di Charles Lloyd & The Marvels, del New Quartet e dei Kindred Spirits. Vera impresa discografica è “Trios”, tre album con tre diverse formazioni, ma tutte in trio. A Umbria Jazz 22 con lui c’era anche un grande artista della chitarra e dell’improvvisazione, Bill Frisell, con cui Lloyd collabora spesso. Questa volta Lloyd si porta il quartetto, il cui pianista è nientemeno che Jason Moran. Con Moran Lloyd ha inciso il recentissimo The Sky Will Still Be There Tomorrow, ancora per Blue Note.

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Charles Lloyd Sky Quartet

  • Charles Lloyd, sax tenore
  • Jason Moran, pianoforte
  • Larry Grenadier, contrabbasso
  • Eric Harland, batteria
Orari
  • Apertura botteghino: ore 16:00
  • Apertura porte: ore 16:30
  • Inizio concerto: ore 17:00
Biglietti

da € 20 prevendita inclusa

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