È uno dei musicisti del momento.
The Chicago Tribune lo ha nominato Jazz Artist of the Year 2024. Il suo disco “The Almighty” fu selezionato tra i Top Ten Jazz Recordings del 2024 dal New York Times. Downbeat lo ha scelto tra i “25 for the future” nel numero di luglio 2024 in occasione del novantesimo anniversario della rivista.
Sempre in Downbeat Collier ha vinto il referendum della critica come Rising Star del sax tenore nel 2023 e del sax soprano nel 2024.
Recensendo il suo terzo album, uscito quattro anni fa, quando Isaiah Collier aveva 23 anni, Joshua Myers scrisse che “non è la sua età che sciocca, è quello che suona”.
Se l’ispirazione per questo polistrumentista di Chicago (con una bella voce) arriva dai grandi del jazz e del soul del passato, dal jazz spirituale di Coltrane alle visioni galattiche di Sun Ra, da Fela Kuti a Gil Scott-Heron, dal trascendente alla materia, la sua musica sorvola stili ed influenze (“sonic time machine”, le definisce lui) e crea un genere a sé stante, una sorta di ponte tra passato e futuro che non ha possibili confronti e spiega almeno in parte l’enorme credito che Collier si è guadagnato in così pochi anni e con soli sei album da leader. Una musica visionaria che attinge a jazz, funky, radici afro, soul con la naturalezza estrema di chi possiede tutte queste esperienze nel suo bagaglio culturale. E non distoglie gli occhi dal mondo. “The World Is On Fire”, è il titolo del suo ultimo album.
