Joel Ross è l’ultimo, in ordine di tempo, prodigio del vibrafono. Strumento bellissimo, il vibrafono, che dopo il filo rosso Lionel Hampton – Milt Jackson – Bobby Hutcherson – Gary Burton, non ha avuto modo di gioire troppo. Non ci sono stati molti interpreti importanti. Fino a che da Chicago non è arrivato Ross, che però non va inquadrato soltanto nelle fila degli specialisti dello strumento ma nel contesto più generale dei nuovi jazzman leader/compositori. Nel trio si può però apprezzare più che in ogni altro contesto il talento del solista.
Di Ross si parla molto in America, dove ha riscosso premi importanti, partecipato ai maggiori festival e suonato nei jazz club più prestigiosi. In pochi anni ha collaborato sia con star del jazz come Herbie Hancock, Christian McBride o Louis Hayes che con i migliori esponenti delle ultime generazioni come Ambrose Akinmusire, Gerald Clayton, Jon Batiste, Marquis Hill, Immanuel Wilkins.
Intanto, Ross ha firmato per Blue Note e pubblicato già quattro dischi per la storica etichetta. Il primo era intitolato “KingMaker”, il più recente è “Nublues”, ovvero le radici della musica americana rilette attraverso il senso dell’innovazione. Che è poi uno dei tratti distintivi della personalità artistica di Ross.