Anche preso soltanto come batterista, Johnathan Blake sarebbe uno dei maggiori esponenti della sua generazione. NPR Music lo ha definito “the ultimate modernist” e secondo DownBeat è uno di quei batteristi che fanno sentire la propria presenza in ogni contesto. E i contesti sono stati tanti, negli ultimi anni, da Pharoah Sanders a Tom Harrell, da Ravi Coltrane ad Avishai Cohen, da Donny McCaslin a Linda May Han Oh, Chris Potter, Maria Schneider, Kris Davis. Certamente la partnership più lunga è stata quella con Kenny Barron nel cui trio Blake ha suonato per quindici anni.
Blake però è molto più di un batterista. Anni di lavoro in innumerevoli sessioni in studio e in tour ne hanno fatto un musicista completo ed estremamente versatile. Oggi si presenta soprattutto come compositore, leader, autore di progetti e padrone di una materia sonora che riesce a tradurre in band sempre innovative, nella scia della tradizione della sua città, Philadelphia, nel jazz – e non solo, ma anche soul, R&B e hip hop – degli ultimi decenni.
Commissionato da The Jazz Gallery‘s Fellowship Series, My Life Matters, il progetto che Blake porta a Umbria Jazz è una suite che da un lato sottolinea l’ importanza dei valori della famiglia, dall’altro l’imperativo sociale di battersi contro l’ingiustizia.
- Johnathan Blake, drums
- Dayna Stephens, sax/ewi
- Fabian Almazan, piano & electronics
- Jalen Baker, vibraphone
- Dezron Douglas, bass
