SOMI, vocalista, compositrice ma anche autrice teatrale, getta un ponte tra le radici africane e la scena jazz e soul americana. Per lei si è parlato di “New African Jazz”. Ed il New York Times ha scritto: “African grooves, supple jazz singing and compassionate social consciousness; She is both serious and seductive.” Sintesi perfetta.
Cresciuta tra Illinois e Zambia, figlia di genitori originari di Uganda e Rwanda, studi in antropologia ed un master alla Tisch School of the Arts presso la New York University, Somi è stata vista come una Miriam Makeba dei nostri giorni. Non a caso: Somi ha composto il musical “Dreaming Zenzile”, dedicato alla grande cantante e attivista dei diritti civili sudafricana, ed ancora a lei rende omaggio il suo quinto disco in studio “Zenzile: The Reimagination of Miriam Makeba”, per celebrare quello che sarebbe stato il novantesimo compleanno. Il disco ha vinto il Jazz Miusic Award per la migliore performance vocale.
In precedenza, il suo album live “Holy Room”, con la Frankfurt Radio Big Band, ha conquistato una Grammy Nomination come Best Jazz Vocal Album e ha vinto il NAACP Image Award come Outstanding Jazz Vocal Album. Nel 2017 era uscito un album importante, intitolato “Petite Afrique”, il cui tema è l’esperienza dell’immigrazione negli Stati Uniti. Artisticamente Somi è stata accostata anche a Dianne Reeves, Nina Simone e Dee Dee Bridgewater.
Nel songbook di questa giovane cantante e songwriter si trovano le molteplici ispirazioni che provengono da mondi tanto diversi come Africa e America, legate tra loro da intensità espressiva e da una vocalità duttile ed estremamente naturale.
Per il suo impegno sul tema dei diritti civili è stata invitata a esibirsi all’assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale del ricordo delle vittime della schiavitù, e poi alla Carnegie Hall per la celebrazione del ventesimo anniversario della democrazia del Sud Africa.