Vincent Peirani ed Émile Parisien sono da iscrivere di diritto tra i capifila della generazione dei quarantenni del jazz francese. Entrambi vengono da una solida formazione accademica, entrambi da giovani si sono innamorati del jazz, cercando di innovarne il linguaggio senza mai trascurarne le radici e con l’orecchio rivolto anche alle tradizioni musicali transalpine. Peirani, fisarmonicista, è nato a Nizza; Parisien, sassofonista, viene da Cahors, Occitania. Hanno suonato insieme nel quartetto di Daniel Humair, un grande del jazz francese, ma Parisien è stato presente anche nel disco di esordio da leader di Peirani.
Insieme hanno costituito un duo che si segnalò nel 2014 per un bel disco per la tedesca ACT, intitolato “Belle Époque”. “Abrazo”, di qualche anno dopo, è ancora in duo.
Peirani e Parisien riescono a creare una musica affascinante e raffinata, sia nella frase che nel suono, in linea con i tratti identitari della musica francese di ogni epoca e genere.
Oggi godono nel mondo del jazz di una grandissima considerazione. Di Parisien Le Monde scrisse che è “la migliore novità accaduta nel jazz europeo da molti anni”, mentre per Süddeutsche Zeitung “quello che Peirani tira fuori dalla fisarmonica è qualcosa di mai sentito prima”.