Un grande festival, per forza di cose, ha una lunga memoria. E Umbria jazz ha molto da ricordare. La sua trentanovesima edizione (a Perugia dal 6 al 15 luglio) è piena di richiami a nomi ed eventi che hanno fatto la sua storia lontana e recente. E se una star come Sting (che chiuderà il festival il 15 luglio) riporta a un leggendario concerto di 25 anni fa assieme all’orchestra di Gil Evans, altrettanto si può dire per il tributo al band-leader canadese a un secolo dalla sua nascita, con la riproposizione di partiture inedite e storiche (le celebri collaborazioni con Miles Davis di Sketches of Spain e Porgy and Bess) recentemente scoperte e affidate all’arrangiatore Ryan Truesdell. Omaggio a più facce e più suoni anche al grande sacerdote del be bop Thelonious Monk, a trent’anni dalla morte, in particolare con i pianisti Kenny Barron, Mulgrew Miller, Eric Reed e Benny Green, oltreché con il grande vecchio del jazz britannico Stan Tracey. Un richiamo al passato grandioso del jazz è la presenza del colosso del sassofono Sonny Rollins. Un richiamo al recente passato, è la presenza di Stefano Bollani (che a Perugia è praticamente di casa): apre Umbria Jazz il 6 luglio, prima in duo con Chick Corea poi con il favoloso specialista di banbolim Hamilton De Hollanda.
Jazz,dunque, ma non solo fra gli spazi dell’Arena Santa Giuliana, i teatri, i club, le piazze, perchè quello di Perugia è un festival a più facce. E allora omaggio a un grande personaggio della musica, il padre fondatore del reggae, Bob Marley, attraverso la moglie Rita e la proiezione del film Marley, appena uscito in America. La serata di Ralf, dj tra i più conosciuti e apprezzati, in Piazza IV Novembre con il dj set “rhythm, harmony and repetion of forms”.
Sul piano dei ricordi viaggia anche il formidabile quartetto Spectrum Road, guidato dal bassista Jack Bruce, carismatico protagonista del rock e fondatore con Eric Clapton dei Cream, e che conta su Vernon Reid (ex Living Colour), John Medesky e la muscolosa signora Santana, Cindy Blackman: i quattro offrono un tributo al batterista Tony Williams. Enrico Rava, invece, è andato a scartabellare il repertorio di Michael Jackson assieme alla sua fresca Parco della Musica Jazz Orchestra. Ma il cartellone affonda le mani anche nell’attualità, con il nuovo quartetto funky di Herbie Hancock, l’incontro fra il sassofonista David Murray e la cantante Macy Gray, le chitarre di Pat Metheny e John Scofield, la contrabbassista e vocalist Esperanza Spalding, il quintetto del trombettista Dave Douglas e del sassofonista Joe Lovano, le voci di Al Jarreau e Eryka Badu, il gran quartetto d Wayne Shorter, la giovane cantante Melody Gardot e tanto altro. Perchè a Perugia il jazz si fa da mattina a notte fonda.