Il pianoforte si conferma strumento particolarmente adatto al clima e alle regole del festival di Orvieto.
Si addice a tal punto che agli specialisti della tastiera è dedicata un’intera edizione, fra esibizioni solitari e incroci inediti.
Come quello fra Brad Mehldau e Danilo Rea o come quello, altrettanto singolare e stimolante, fra Martial Solal e Stefano Bollani.
Gli italiani hanno nuovamente un ruolo di prima fila. Ecco così Danilo Rea incrociare un protagonista storico e superbamente raffinato del jazz nazionale come Renato Sellani.
E poi ci sono (visto il lungo rapporto non poteva mancare) Cedar Walton, affiancato all’enfant prodige il sedicenne Francesco Cafiso, ed Enrico Pieranunzi.
Mentre il trombonista Ray Anderson guida un’esaltante meeting di coulisse, summit di specialisti incandescenti come lo stesso leader, Wycliffe Gordon e Gianluca Petrella, altro astro nascente dell’Italian Jazz.