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Umbria Jazz Winter

Umbria Jazz Winter 30th Edition

Orvieto, 28 dicembre 2023 - 1 gennaio 2024

Umbria Jazz Winter compie 30 anni!

Nel 1993 Umbria Jazz viveva una fase di grande crescita, complice anche il supporto, per la prima volta, di importanti marchi commerciali che le facevano da sponsor accompagnando il suo cammino verso una dimensione di evento di portata mondiale. Il festival, dunque, era maturo per giocare una nuova scommessa: una manifestazione “gemella”, da svolgersi in inverno. Era certamente un rischio, ma il rischio è sempre stato nel DNA di Umbria Jazz, ed era di conforto il fatto che la stessa idea era venuta, con successo, ad altri grandi festival europei, per esempio l’olandese North Sea, che aveva creato un evento autunnale a Maastricht.

Un festival nel periodo tra Natale e Capodanno era una novità, ed in qualche modo riempiva un “buco” nell’offerta culturale e turistica dell’Umbria.

Orvieto fu la città scelta, per molti motivi che vanno dalla bellezza del suo centro storico alla disponibilità di location adeguate (il teatro Mancinelli, le sale del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo dei Sette, grandi strutture per la ristorazione…). Da non trascurare anche la favorevole posizione geografica, lungo l’asse autostradale e ferroviaria Roma-Firenze. Decisivi furono però l’entusiasmo degli orvietani, dalle istituzioni locali al mondo del commercio, e, come sempre, il sostegno della Regione. Un entusiasmo che non è venuto meno in questi trent’anni di storia.

Fin da subito, si segnalarono alcune analogie con il festival estivo perugino, ma anche notevoli differenze. Analoga era la formula, ovvero musica tutto il giorno senza soluzione di continuità nell’acropoli orvietana, sfruttando uno scenario unico per bellezza e suggestione. Il diverso periodo dell’anno imponeva però scelte artistiche, dunque una identità musicale, originali. Il festival si svolgeva in luoghi chiusi e non poteva, né voleva, aprirsi a grandi audience. Da qui la scelta di programmi curiosi, “colti” ma non elitari, che privilegiavano la qualità artistica più che la popolarità. E anche questo spiega perché alcuni dei momenti chiave della storia di Umbria Jazz siano accaduti a Orvieto: un episodio su tutti, il magico duo di chitarra Jim Hall – Bill Frisell, serata da non dimenticare, nemmeno per il frequentatore di jazz festival più smaliziato. Ma anche Roy Hargrove, Martial Solal, Jan Garbarek, Brad Mehldau e altri ancora. Sottolineatura imprescindibile è la sezione più cameristica ambientata nel Museo Emilio Greco, che può forse essere presa come simbolo dell’anima più autentica di UJW.

Un altro tratto distintivo di Umbria Jazz Winter è che gli artisti sono quasi tutti residenti; dunque, si possono ascoltare tutti i giorni del festival, ed il pubblico può ritagliarsi un itinerario giornaliero a proprio piacimento. La residenza permette anche incroci tra musicisti e/o la presentazione di progetti diversi dello stesso artista. Tutte opportunità che il direttore artistico, Carlo Pagnotta, ha sfruttato a dovere.

Con il tempo il festival aggiustò il tiro, e aggiunse anche una apertura più decisa alla sua vocazione turistica con i veglioni di fine anno e la performance dei cori Gospel nel magnifico Duomo il pomeriggio di Capodanno, giornata mondiale della pace. Performance che ha anche, e soprattutto, una forte valenza culturale e spirituale. Senza dimenticare l’impatto spettacolare della marching band (Funk Off, naturalmente!).

Trent’anni dopo, in definitiva, Umbria Jazz Winter è un festival con alle spalle un percorso importante che lo descrive come una manifestazione dotata di una precisa e forte identità. Non sono molti i jazz festival italiani con trent’anni di vita, e sono anche meno quelli che possono vantare una tale qualità di cartelloni. Nell’anno dei compleanni simbolici, i trent’anni del festival orvietano sono da festeggiare con la più convinta partecipazione.

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Opera: David Tremlett

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